SullaMajella

Quando si parla di magia si pensa spesso ai maghi che fanno sparire o apparire le cose o a racconti di fantasia con persone con abilità straordinarie. Ma esiste veramente la magia come narrato in queste storie? Io non so dirvelo, ma passeggiando per la Majella mi verrebbe da dire di sì. Non sto parlando di illusioni ottiche o eventi soprannaturali, ma semplicemente della bellezza che la Majella ci offre, quasi fosse il trucco di un illusionista che crea qualcosa di impensabile. Come esempio di oggi vi parlerò dell’ultimo luogo visitato da Maja, la nostra amica aquila: la Valle dell’Orfento, uno dei luoghi più rappresentativi del territorio abruzzese.


Dalle sommità della Majella sgorga un piccolo fiume, l’Orfento. Grazie al suo passaggio in aree incontaminate, le acque di questo fiume sono limpide e cristalline e scorrono con tranquillità verso i piedi della Majella. In questi ultimi tempi in cui non si parla altro che di inquinamento, già questo sembra essere qualcosa di spettacolare, ma la vera magia risiede in ciò che la natura ha creato grazie a questo fiume. Infatti, nel corso di migliaia di anni, l’Orfento ha scavato parte della montagna, generando una valle, ora ricoperta da boschi, che racchiude tesori di grande valore. Non parlo di valore economico come oro o argento, ma qualcosa di più prezioso. Parlo dello spettacolo che solo la natura può offrirci e che l’uomo difficilmente sarà in grado di ricreare.
La Valle dell’Orfento è una Riserva Naturale in cui l’intervento umano è stato il più contenuto possibile. Infatti, è solcata solo da piccoli sentieri e ponticelli di legno che permettono alle persone di visitare questo luogo, creando un’atmosfera ancora più suggestiva. E poi c’è lei, la Natura, che tra le migliaia di alberi ha creato piccole rapide, cascate, pozze, realizzando ciò che l’uomo solo nella finzione è in grado di imitare.


Questo habitat è inoltre colonizzato da specie endemiche, come la salamandra appenninica, un piccolo rettile nero con caratteristiche macchie giallo-arancioni, che può raggiungere i 20 cm di lunghezza, e l’ululone appenninico, un piccolo rospo lungo massimo 5 cm e che presenta sul ventre una colorazione giallastra con macchie grigio-bluastre, colorazioni spesso associate ad animali fatati.

Non pensate anche voi che questi luoghi siano frutti di un avvenimento magico? Se la pensate diversamente, probabilmente non lo avete ancora visitato! Venite a scoprire questo e gli altri tesori racchiusi nel Parco della Majella e nei suoi dintorni. Le strutture in cui potete alloggiare sono molte, alcune delle quali molto caratteristiche e immerse anche loro in ambienti fiabeschi!

Graziano,
membro dello staff del Portale SullaMajella

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